Virtualizzazione

Stiamo assistendo alla evoluzione ed implementazione delle tecnologie di virtualizzazione come metodologia di consolidamento dei server dei datacenter. Possiamo considerare però la virtualizzazione anche come un’opportunità per aumentare la sicurezza dei nostri ambienti.

I sistemi di difesa sono sempre stati considerati un’arte sin dagli antichi Romani. Nel medioevo, i manoscritti più preziosi erano protetti da diversi livelli (o in inglese layers) di difesa: erano conservati in castelli che erano sempre posizionati nella collina più alta, circondati da fossati pieni di coccodrilli, nella torre più difficile da raggiungere, e nascosti in una stanza segreta protetta da trappole mortali. Anche se un intruso riesce a penetrare nel primo livello di difesa, più prosegue nel suo attacco, più incontrerà resistenza: in questo modo l’attaccante si stanca e potrebbe non riuscire a superare i livelli di protezione successivi. Anche se i mezzi, gli attaccanti e le cose da proteggere sono cambiate nei secoli, le tecniche di difesa rimangono valide ancora oggi. Continua a leggere

La scelta implementativa di SE-linux

Ho voluto realizzare un compromesso tra sicurezza e manutenibilità del sistema. Nei sistemi di derivazione Red Hat, ovvero Fedora, CentOS e Red Hat Enterprise Linux, esistono due tipologie di policy preconfezionate disponibili con la distribuzione: la targeted e la strict. La modalità targeted ha il compito di proteggere e confinare i daemons, lasciando aperto tutto quello che non è esplicitamente confinato (quello che non è esplicitamente confinato è chiamato anche unconfined_t). Nella modalità strict ogni singolo programma e ogni singolo “ambiente” è confinato, dovendo impostare delle regole di abilitazione (si chiamano domain transition).

Sono stato combattuto tra quale delle due modalità utilizzare: sicuramente la prima è più facile da gestire, ma ha dei problemi a “confinare” i system administrators, mentre la seconda offre una sicurezza senza dubbio maggiore a livello militare, ma necessita di una preparazione sistemistica notevole, che normalmente operatori non hanno. Continua a leggere

Antispam con Postfix

postfixSappiamo tutti che lo spam è un problema significativo nei server di posta. Io, come tutti gli amministratori di sistema, modifichiamo giornalmente le configurazioni per contribuire a fermare il flusso di nuove varianti di SPAM. Anche se la nostra infrastruttura prevede Antispam, Professionali o no che siano, ci troviamo in ogni caso ad effettuare tuning manuale per garantire che l’utente finale non riceva mail che possano infastidire il suo operato. Online esistono milioni di guide per implementare prodotti tipo Spamassassin o equivalenti, in questa guida vedremo come utilizzare l’RBL di postfix per prevenire la minaccia prima che l’antispam scansioni il messaggio.

Continua a leggere

1 2